martedì 6 maggio 2008

Kitesurf, i nipotini avventurosi alle prese con Eolo

Tra vele di ogni tipo, bananoni gonfiabili e surfisti in cerca di un mercoledì degno di tal nome, si ritagliano un posto nel panorama delle discipline d’acqua estreme, tutti quegli «spericolati» avventurieri che hanno voluto provare a volare sulle onde del mare o di un lago, con un kite. Trattasi di diavoleria, che molti fanno risalire all’invenzione dei palloni aerostatici, ma che in realtà ha nell’invenzione dell’aquilone (kite appunto), in estremo oriente, già diversi secoli orsono, un padre naturale. Nato come disciplina alle Hawaii attorno al 1998 e importato in Europa dai soliti francesi, amanti della follia sportiva e di imprese che spaziano dall’arrampicata libera su grattacieli di vetro al freestyle acrobatico sugli sci, il kitesurf non ha niente da spartire né con il windsurf né con il surf vero e proprio. I primi in cerca di vento per veleggiare, i secondi di un tubo d’acqua da domare. Sono proprio le componenti orizzontali e verticali del vento, così importanti per la trazione e i salti, che fanno storcere il naso ai puristi dello stile di una o dell’altra attività. La forti spinte ascensionali delle... continua

[via il manifesto | Michelangelo Mazzilli]

[Bricke]

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